domenica 27 giugno 2010

Day 15 & 16

Incontri.

Helen lavora alla reception dell'albergo. Vive a Johannesburg e studia italiano e francese. Mi ha chiesto se potevo spiegarle alcune regole della grammatica italiana e alcune questioni riguardanti la pronuncia. In cambio mi ha insegnato le mie prime dieci parole in Zulu.

Luis fa il taxista. Quando gli dico che sono italiano comincia a cantare. Ama l'opera. Ama Paperotti. Lo correggo, Pavarotti. Pa-va-rot-ti. E' contento. Continua a ripetere il nome e a cantare. Mi dice che non c'è niente di più bello del suono di un'orchestra.

Raul è brasiliano. Non parla inglese. Pensa che io sia spagnolo; gli dico che sono italiano. Il viso si illumina: i suoi avi, sbarcati in Brasile nel 1880, sono partiti da Conegliano Veneto. Artigiani, impagliatori, costurivano sedie. Oltre al portoghese l'altra "lingua" che parla è il dialetto veneto. Gli faccio da interprete: dialetto veneto-inglese. In Sudafrica.

Freedom vive a Soweto. E' tifoso del Chelsea e spera che il prossimo anno i "Blues" comperino Fernando Torres. Di Mourinho dice che è arrogante ma che è anche un ottimo motivatore. E che il Milan è stata la rovina del calcio italiano. E i Bafana Bafana in fondo hanno sbagliato solo una partita.

Il poliziotto controlla il pass all'ingresso dello stadio. Legge Italy. Mi dice che dovrei importare e vendere in Sudafrica le scarpe italiane: non ne esistono di più comode. Non è il primo che me lo dice: potrei cominciare a pensarci.

Colonna sonora (nata da incontri): OPV (Orchestra di Piazza Vittorio)

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