mercoledì 30 giugno 2010

Day 19

Ultimi sguardi.





Non è ancora tempo di bilanci. Solo impressioni ancora a caldo.
Qui tutti sanno di avere gli occhi del mondo puntati addosso: sentono la responsabilità, la fannno propria.
Chiunque incontri ti chiede come tu abbia trovato il suo paese, se ti è piaciuto, se l'hai trovato all'altezza. Ti chiede cosa hai visto e ti dice che è ancora di più quello che ti rimane da vedere vedere. Ti dice che i problemi ci sono, ma come in qualsiasi altro paese del mondo, anzi, forse meno. Ti invita a ritornare.

Sì. Il Sudafrica è davvero un bellissimo paese. Mi è piaciuto. L'ho trovato all'altezza. Mi è rimasto davvero tanto da vedere. Mi piacerebbe tornarci.
In bocca al lupo!
E grazie.

Colonna sonora: Mio fratello che guardi il mondo (Ivano Fossati)

martedì 29 giugno 2010

Day 18 - Match Day 9



E poi siamo arrivati alla fine... Ultima partita (per me) di questo mondiale.
E' stato bello.
E' durato (forse) troppo poco.

Colonna sonora insopportabile e nostalgica: Waka waka (Shakira)

lunedì 28 giugno 2010

Day 17 - Match Day 8


Ormai il mondiale è entrato nel vivo. Da 32 a 16. Da 16 a 8.
Con il biglietto dell'aereo in tasca cresce il rammarico per l'eliminazione dell'Italia.

Colonna sonora (solidale con un'altra squadra eliminata): Messico e nuvole (Enzo Iannacci o Paolo Conte, non importa quale)

domenica 27 giugno 2010

Day 15 & 16

Incontri.

Helen lavora alla reception dell'albergo. Vive a Johannesburg e studia italiano e francese. Mi ha chiesto se potevo spiegarle alcune regole della grammatica italiana e alcune questioni riguardanti la pronuncia. In cambio mi ha insegnato le mie prime dieci parole in Zulu.

Luis fa il taxista. Quando gli dico che sono italiano comincia a cantare. Ama l'opera. Ama Paperotti. Lo correggo, Pavarotti. Pa-va-rot-ti. E' contento. Continua a ripetere il nome e a cantare. Mi dice che non c'è niente di più bello del suono di un'orchestra.

Raul è brasiliano. Non parla inglese. Pensa che io sia spagnolo; gli dico che sono italiano. Il viso si illumina: i suoi avi, sbarcati in Brasile nel 1880, sono partiti da Conegliano Veneto. Artigiani, impagliatori, costurivano sedie. Oltre al portoghese l'altra "lingua" che parla è il dialetto veneto. Gli faccio da interprete: dialetto veneto-inglese. In Sudafrica.

Freedom vive a Soweto. E' tifoso del Chelsea e spera che il prossimo anno i "Blues" comperino Fernando Torres. Di Mourinho dice che è arrogante ma che è anche un ottimo motivatore. E che il Milan è stata la rovina del calcio italiano. E i Bafana Bafana in fondo hanno sbagliato solo una partita.

Il poliziotto controlla il pass all'ingresso dello stadio. Legge Italy. Mi dice che dovrei importare e vendere in Sudafrica le scarpe italiane: non ne esistono di più comode. Non è il primo che me lo dice: potrei cominciare a pensarci.

Colonna sonora (nata da incontri): OPV (Orchestra di Piazza Vittorio)

venerdì 25 giugno 2010

Day 14 - Match Day 7

Heroes to zeroes




L'Italia è fuori dai mondiali. Ci sta. La classifica dice tutto. Ultimi.
Il resto sono parole.

Non mi aspettavo di vedere in campo la nazionale il giorno della finale. E' già successo quattro anni fa: sarebbe stato chiedere troppo. Anche a livello statistico.
Almeno gli ottavi di finale. Chissà. Un po' di fortuna. I quarti.
Rimane un filo di amarezza.

E' questo il gusto del campo vuoto dopo la sconfitta.

Colonna sonora (per coprire gli insulti) con opzione di scelta: Leaving on a Jet Plane (John Denver) o Going Home (Mark Knopfler - Theme from Local Hero OST)

giovedì 24 giugno 2010

Day 13 - Match Day 6



Colonna sonora (con la testa già a Ellis Park per gli azzurri stinti): Tomorrow we'll see (Sting)

mercoledì 23 giugno 2010

Day 12

Go out but proud

L'avventura mondiale dei Bafana Bafana è finita: Francia battuta, ma differenza reti non sufficiente. E' la prima volta che la squadra del paese ospitante non riesce a qualificarsi agli ottavi di finale. Poco male, lo spettacolo continua. Il sipario non è ancora calato sul palcoscenico planetario in cui è stato trasformato il Sudafrica in questo mese; alla fine siamo soltanto di fronte a un attore che ha esaurito il proprio ruolo con la fine del primo atto.

Forse secondo copione.

Però hanno vinto la partita contro la Francia. E non importa quale fosse la Francia che avevano davanti. Camminavo per le strade di Jo'burg. Ho visto nascere l'onda di entusiasmo che ha attraversato la città dopo il primo gol. E' partita da un piccolissimo negozio, da una televisione dal segnale disturbato, da un'autoradio, da un balcone, da una finestra. Si è propagata passando attraverso ogni singola persona: un grido di gioia, liberatorio, un soffio a pieni polmoni dentro la vuvuzela, un colpo di clacson, una sciarpa e una bandiera sventolate, una corsa, un ballo, un canto o solo un sorriso, vero, rilassato, bello.

La vibrazione si è trasmessa di persona in persona, amplificandosi, come il suono prodotto da uno strumento formato da centinaia di corde, accordato e suonato alla perfezione. Senza bisogno di uno spartito, ogni nota al suo posto. All'unisono.

Tutto merito di un pallone calciato oltre una linea bianca.

Poi ognuno è tornato a essere quello che era prima.

Fuori ma con orgoglio. Sì, con orgoglio.

Colonna sonora (trascinante): Radio Bemba Sound System (Manu Chao)